L’arte di essere umani

Quanto è facile dimenticarsi che la storia, la Nostra Storia, non si è scritta da sola. Che non è, un giorno, comparsa su un libro di scuola, senza sforzo, senza lavoro. La storia l’hanno fatta gli uomini, certo, ma non è arrivata a noi, persone del mondo moderno, da sola. È così facile credere che si formi man mano, che si ricordi di conseguenza perché è composta da fatti vissuti e di rilevanza. Eppure, se ci fermiamo un attimo a pensare, che fatica facciamo a ricordarci degli eventi che sono accaduti neanche cento anni fa? Anzi, quante volte ci dimentichiamo con assoluta leggerezza, quello che abbiamo mangiato ieri a pranzo: un’informazione che potrebbe risultare inutile sul momento, che mettiamo nel dimenticatoio e lasciamo piano piano che scompaia quel povero piatto di pasta che a pranzo ci aveva resi sazi e soddisfatti. Ma questo pasto così facile per noi da dimenticare, potrebbe non essere altrettanto banale per un uomo del futuro. Così come studiamo tutt’oggi quello che mangiavano i nostri avi, così potrebbe accadere lo stesso in un tempo lontano nei nostri confronti. La storia ci racconta. Ma quali sono le fonti di questa lunghissima narrazione? Una delle maggiori fonti a nostra disposizione, ove le informazioni sono state e vengono tutt’ora raccolte, è l’arte. Il semplice tracciato di linee sulle caverne inizia a fornirci abitudini e credenze di un popolo. La creazione artistica, che va oltre il gusto estetico personale di ognuno di noi, riesce a mostrare, se non nella sua interezza talvolta ma almeno in una sua sfumatura, un popolo e la sua evoluzione. Nasciamo e cresciamo in un mondo in cui, nel complesso, le innovazioni e le novità sono all’ordine del giorno: pensiamo alla tecnologia o alle scoperte in ambito scientifico, etc. Ma immaginiamo per attimo che tutto ciò che per noi è scontato, che è nella nostra quotidianità, non sia conosciuto. Che ci troviamo su un’isola deserta e non sappiamo nulla di ciò che ci circonda. Dobbiamo ricominciare tutto da capo: creare, scoprire, sperimentare. E tutto questo, oltre che con le parole, può essere espresso attraverso l’arte: utilizzando uno strumento di fortuna, ricavato dall’ambiente, iniziamo raffigurando le piante commestibili e quelle che non lo sono; disegniamo una mappa di quest’isola, per ricordarci come muoverci sul suo terreno e come ritornare al punto di partenza; tracciamo le linee per creare dei cartelli, dei segnali, dei divieti, che ci aiutino a mantenere l’ordine nella nostra casa; delineiamo il perimetro della nostra abitazione, per far sapere agli estranei che non possono accedervi, che li viviamo noi… e, perché no, disegniamo una storia per far divertire e sognare i bambini. Un’isola che noi difficilmente abbiamo creato nella nostra vita, ove le città sono già nate e continuano a crescere con o senza di noi. Eppure da qualche parte siamo partiti e non possiamo ricordarcelo. In questo accorrono in nostro aiuto le testimonianze artistiche del passato: l’arte diventa non sono il mezzo ma anche lo strumento con cui portare avanti la nostra storia, la nostra cultura, il nostro essere stesso. L’arte ha un valore, che non in tutte le legislazioni a livello globale è riconosciuto allo stesso modo. La non conformità comporta una serie di crimini nei confronti di questa materia così essenziale per l’essere umano. Perché, purtroppo, nel momento in cui ad un bene si dà un valore monetario, ecco che si crea anche tutta una rete di crimini ad esso connesso. Distruggere un reperto di produzione artistica, comprometterlo o falsificarlo, non comporta unicamente una perdita economica ma, anche e soprattutto, una distruzione e alterazione di chi siamo stati e di chi siamo. E questa sì che è una perdita. Una perdita difficilmente recuperabile. L’arte è spesso e volentieri una vittima silente di questi crimini nei suoi confronti: si può rompere, incrinare, andare completamente perduta,… ma la maggior parte di noi non se ne accorgerà di questa perdita, fino a quando nella nostra storia non rimarrà un buco incolmabile, in cui le certezze mancano perché si mischiano a falsi e contraffazioni, a furti e sottrazioni. Ci sembra impossibile perdere la storia, perché di questa siamo fatti alla fine, su questa ci basiamo, eppure non si può ignorare la realtà: che i crimini verso il nostro passato e futuro sono costantemente messi in atto. Per questo nasce la criminologia dell’arte, per dare la giusta importanza all’arte. L’arte di essere umani, nei suoi pregi e difetti.
Sara Basilico